Artificial Intelligence: Propulsore di crescita anche per il settore sanitario
L'intelligenza Artificiale approda definitivamente nella sanità
Secondo una stima condotta dalla multinazionale Accenture[1] si prevede che, entro il 2026, il potenziale di crescita delle applicazioni A.I. dedicate alla cd. “Clinical health” farà guadagnare al mercato sanitario statunitense $150Mrd. Tra queste applicazioni possiamo ricordare quelle di assistenza robotica nelle operazioni chirurgiche, di assistenza infermieristica virtuale, di assistenza nel lavoro amministrativo, di identificazione clinica, di rilevazione di frodi, di cybersecurity, di riduzione degli errori da dosaggio, ecc…
In realtà, nel mercato USA della sanità artificialmente intelligente ci si aspetta un risparmio pari a $6.6Mrd, già entro il 2021 (undici volte superiore ai $600Mln del 2014).
A velocità incredibile, l’intelligenza artificiale sta riscrivendo la nostra moderna concezione di servizio sanitario. Trattasi di una raccolta di più tecnologie che permettono alla macchina di percepire, comprendere, agire ed imparare: programmate per questi obiettivi, sono in grado di compiere operazioni sia di tipo clinico che amministrativo.
La robotica
cognitiva, integrata con ogni genere di informazione (e di migliore pratica in
ambito medico), non solo incorpora dati, ma fa esperienza (c.d.
“Deep-learning”): registra ed elabora quanto acquisito per elaborare nuove e
migliori soluzioni.
Prendiamo il
caso dei “Virtual nursing assistents” (gli assistenti infermieristici virtuali):
delle soluzioni di intelligenza artificiale che, da remoto, hanno accesso alle
informazioni cliniche e ai sintomi dei pazienti e forniscono un servizio di
allerta all’operatore sanitario solo in caso di reale bisogno. È evidente che
si riducono le visite ingiustificate in ospedale. Tuttavia, le potenzialità delle
macchine intelligenti risiedono proprio nel fatto che quanto più saranno integrate
con le informazioni sullo stato clinico del paziente, tanto più le loro abilità
consentiranno di andare oltre il semplice “Triage”, fino a fornire opinioni
esperte e raccomandazioni in merito al trattamento di cura a cui il paziente
dovrà successivamente sottoporsi.
È certamente mera
distopia il proiettarsi in un mondo futuro in cui la professione del medico non
esiste più, ma la ricerca di un nuovo punto di equilibrio tra capacità umane e intelletto
artificiale è fondamentale. La crescente carenza di manodopera in ambito
sanitario agevola, in un certo senso, il passaggio alla sanità integrata e,
d’altro canto, il prodotto offerto dal mercato è strumento preciso per diverse funzioni
e interventi.
Facendo perno
su un ecosistema digitale sicuro e affidabile, anche l’indice di gradimento del
paziente risulta avere impennate positive. La direzione incontrovertibilmente
presa da clienti e aziende sanitarie è quella della “Sanità 3.0”.
Articolo di
Avv. Monica Gobbato e Dott. Giacomo De Simio - Data Protection Specialist
Pubblicato su http://www.doctor33.it/
[1] https://www.accenture.com/us-en/insight-artificial-intelligence-healthcare